C’è qualcosa che ti abbraccia prima ancora che tu sbagli – e sì, sbaglierai.
Ma, se ti fidi, questo abbraccio ti porta fuori dal tuo buco. Basta farsi vincere da esso, avere quella che possiamo chiamare povertà di spirito: il non opporre la nostra menzogna alla verità di noi.
E’ il primo nostro errore, fingere di essere quello che non siamo, ostinarci in quella che è la nostra idea: del mondo, di chi ci sta di fronte, di noi stessi.
Quel desiderio di felicità che tante volte non sappiamo neanche di avere è destato da quell’abbraccio, che qualcosa, anzi, qualcuno si muove per darci.
E’ una presenza che possiamo ignorare solo dandole le spalle. La vita è meglio di quello che possiamo immaginare. E’ essere perdonati in tutto, se scegliamo di dare tutto.
E’ proprio il concedersi senza ombre che fa svanire il peccato, che non è nient’altro che quella bruttura dell’animo, quello sguardo opaco e falso su ogni cosa.
Così possiamo essere liberi, per prima cosa da noi stessi. Anche lo sbaglio più enorme scompare; come scompare il gelo in una fulgida mattina di sole.
Fonte: Berlicche