-Alessandro D’Avenia-
In una giornata invernale così luminosa che i colori sembravano soffiati nel vetro da un esperto artigiano, per godermi lo spettacolo, dopo scuola, ho deciso di tornare a piedi passando per un parco. Ma lo sguardo è stato catturato dalle vite che sostavano sulle panchine: clochard con le loro case ambulanti fatte di sacchetti, un ragazzo stremato vicino alla sua bicicletta da food delivery, un uomo addormentato con una bottiglia di vino vuota al suo fianco…
Rivolgendo un saluto a ciascuno mi sono però rattristato. Non conoscevo le loro vite, e le scelte che li avevano portati lì in quel momento, né i loro stati d’animo. Ma mi è sembrato di avvertire una ferita, la «porta stretta» che Cristo indica come la strada per la vita.
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